Lo ammetto, non è stato facile trovare tre argomenti per altrettante lettere dell’alfabeto dell’organizzazione così particolari, ma all’improvviso è comparso il fil rouge che tutto lega insieme, quasi per magia.
“You Only Live Once” – si vive una volta sola, “YOLO”, è il nuovo stile di vita a cui ci hanno abituato singolari eventi degli ultimi due anni, quando abbiamo toccato con mano il detto “oggi ci siamo, domani non ci siamo più”. YOLO è il il cambio di prospettiva che ci fa rivalutare tutte le scelte sulla base di un unico grande presupposto, la precarietà, non più solo lavorativa, ma totale.
YOLO è la nuova lente da cui osservare il mondo, un modo per dare valore a ciò che conta veramente, un “decluttering come stile di vita” che elimina dalle nostre vite tutto ciò che svaluta noi e il nostro tempo e ci porta verso scelte più gratificanti.
You Only Live Once, quindi dimmi: cosa è davvero prioritario per te? Dove vuoi che vadano a finire le tue preziose energie?
YOLO mi porta naturalmente verso il concetto di Work- Life Balance, equilibrio fra la vita privata e la vita lavorativa. Negli ultimi tempi se ne parla sempre di più, non solo perché il periodo ci ha messo a dura prova e molte famiglie questa prova non sono riuscite a superarla, ma anche per via della crescente complessità in tutti i settori della vita.
Il moltiplicarsi delle possibilità di scelta a tutti i livelli, in ambito familiare, individuale, lavorativo eccetera, richiede un diverso livello di flessibilità che il mondo del lavoro italiano fatica a supportare.
Il fatto che un datore di lavoro non sia in grado di rispondere a questa sfida però, non annulla automaticamente la richiesta dall’altra parte e, come abbiamo imparato, se esistono le condizioni, è probabile che una persona si muova alla ricerca di un impiego che soddisfi anche le esigenze di equilibrio fra vita personale e lavoro perchè solo quando entrambi gli aspetti sono appagati una persona può dare il meglio di sè in tutti i settori della propria vita e crescere.
L’organizzazione può essere il perno su cui innestare questa bilancia che tiene tutto in equilibrio, una specie di X-Factor, un super potere, che trasforma le fatiche quotidiane in un coloratissimo gioco.
E qui veniamo all’ultima questione: ci si nasce con l’X-factor dell’organizzazione o ci si arriva a forza di errori o tentativi? Nel mio caso vale la seconda.
Tutti i consulenti di organizzazione lo dicono (e vengono pagati per quello), l’organizzazione si può imparare, basta applicarsi. Se poi, da individuo senza l’X-Factor, l’organizzazione la vuoi trasmettere, hai un vantaggio in più, perchè sei in grado di comprendere quali sono le difficoltà che incontra una persona che organizzata non lo è.
Che ruolo hanno queste bizzarre lettere dell’organizzazione nella tua vita?