Da bambina, mentre aspettavo la mamma dalla parrucchiera, leggevo spesso i settimanali femminili e, al tempo, mi pareva che la cosa da fuggire come la peste fosse la temutissima “routine matrimoniale”, causa di innumerevoli naufragi di coppia.
Perciò sono cresciuta pensando che “routine=male”, concetto che, unito a quello di “faccio quello che mi sento” ha caratterizzato tutta la mia adolescenza e buona parte dell’età adulta con il risultato di rendere le mie giornate una sorta di affannata corsa agli ostacoli, tra appuntamenti mancati e scadenze centrate per miracolo.
Quando l’arrivo di tre figli, quasi in contemporanea, ha fatto saltare anche quei pochi schemi che c’erano – si stava svegli di notte e non si dormiva di giorno, le lavatrici si accumulavano perchè non c’era tempo di stendere, andare a fare la spesa con un neonato, un bambino di due anni e uno di poco più di tre, era una missione di guerra e, se andavo da sola, una corsa contro il tempo – ho cominciato ad affondare.
E mentre le onde della mia vita familiare senza controllo e senza regole si abbattevano sulle mie giornate, ho capito che le routines ci avrebbero salvato tutti, a dispetto di quello che “Confidenze” mi aveva inculcato in testa a colpi di bigodini.
Il mio viaggio nell’organizzazione è iniziato così, con la creazione di tre semplici sequenze: una mattutina (vestirsi – tutti quanti, svuotare la lavastoviglie, fare una lavatrice), una pomeridiana (stendere la lavatrice, preparare la cena) e una serale (svuotare il lavello, caricare la lavastoviglie, preparare i vestiti per l’indomani).
L’idea non è mia, ma di Flylady, alias Marla Cilley, casalinga deragliata che, dopo aver ritrovato la retta via, ha messo gratuitamente a disposizione di altre donne in difficoltà il suo geniale sistema di organizzazione domestica basato su facili routines che si declinano sulla giornata, sulla settimana e sul mese.
E’ così che le routines sono diventate la struttura portante della mia famiglia, un secondo cervello, un’invisibile Mary Poppins che ci sveglia, svuota la lavastoviglie, fa la spesa, il bucato, passa in lavanderia, riordina e pulisce, mentre noi genitori lavoriamo, ci dedichiamo ai bambini e liberiamo tempo per ricaricare le energie e fare quello che più ci piace.
Alla base c’è un concetto molto semplice
Perchè perdere tempo ed energie per pensare ogni volta da capo a cosa deve essere fatto ogni giorno, in quale momento e in quale ordine per rendere più scorrevole la vita quotidiana? Basta fare lo sforzo una volta sola e si risolvono un sacco di problemi.
Possiamo impiegare il nostro tempo in una maniera migliore che non sia correre dietro a tutto “come un pollo senza testa” (pittoresca frase di Marla!)
E’ lo stesso concetto che abbiamo già trattato nella delega: evitare inutili dispersioni di energie in attività a basso valore aggiunto per poterle concentrare in occupazioni che fanno la differenza nella nostra vita.
Il vero plus delle routines è che una volta impostate, ci aiutano a rimanere sui binari anche in periodi di stress, stanchezza o confusione; in caso di eventi imprevisti che rivoluzionano la nostra giornata, possiamo scendere e risalire dal treno delle routines senza nessun problema, riprendendo esattamente dal punto in cui abbiamo lasciato.
Avere dei ritmi prestabiliti, non significa che non si possa improvvisare o che la vita diventi noiosa e prevedibile: avere un percorso già tracciato, non impedisce infatti di fare deviazioni per ammirare un bel panorama!
Hai mai pensato al potere positivo delle routines o sei stato condizionato anche tu, come me, a vederne solo i lati negativi? Hai mai adottato delle consuetudini per semplificarti le giornate? Raccontami cosa ne pensi nei commenti!