Z come zen (sì, con la minuscola)

La parola “zen” mi piace per tre motivi:

  • Comincia con l’ultima lettera dell’alfabeto (amen!)
  • Chiude finalmente un percorso che si è aperto diversi anni fa (doppio amen!)
  • Il suo significato rappresenta un punto di arrivo per ogni persona.

Naturalmente questo non è un articolo serio sulla filosofia Zen, della quale non conosco assolutamente nulla, semplicemente amo il suono di questa parola che mi riporta alla mia infanzia, a quando guardavo Karate Kid e desideravo la calma e la pacatezza del maestro Miyagi, metti la cera, togli la cera.

In realtà ciò a cui mi riferisco è una sorta di zen tascabile, uno zen con la lettera minuscola, un atteggiamento più che uno stato, ovvero quella calma interiore che deriva dall’avere quasi tutte le attività quotidiane sotto controllo (il “quasi” è necessario).

Però poi a pensarci bene l’organizzazione ti rende un po’ una persona zen per davvero, trasformando l’atteggiamento in uno “stato” vero e proprio a cominciare dalle piccole cose, perché cambia in primis il modo di pensare e conseguentemente anche quello di agire.

Il viaggio nell’organizzazione non è stato sempre piacevole, ho incontrato anche persone che non valeva la pena di incontrare e fatto esperienze che non avrei voluto e dovuto fare, ma mi sono servite a capire che l’organizzazione è un valore in sè e non dipende da chi te lo “vende” e cerca di speculare sulla tua buona fede.

Ho voluto tenere il tiro di questo alfabeto volutamente “alto” e poco pratico, in modo che ciascuno fosse in grado di ricavare dalle mie parole la propria motivazione personale nel seguirmi in questo viaggio e devo dire però che il viaggio l’ho fatto io per prima acquisendo man mano una comprensione profonda delle ragioni di questa passione che adesso fa parte di me.

Non so perchè in realtà l’organizzazione personale non venga presa troppo sul serio e venga considerata come qualcosa di effimero, che sì serve però anche se non ce l’hai è lo stesso (io-nel-mio-casino-trovo-tutto), non so perchè a volte ci sia l’orgoglio, quasi l’ostentazione del vivere alla giornata, stressati, indaffarati, incasinati. Veramente, non ho la risposta, mi piacerebbe aprire un dibattito su questo.

C’è poi chi tende all’organizzazione dell’apparenza, di bell’aspetto, dell’ordine fine a sè stesso, quasi disfunzionale (l’agenda iperdecorata senza spazio per gli appuntamenti, l’ordine geometrico nei cassetti della biancheria…). Forse si cercano altre cose.

Per me invece l’ordine, l’organizzazione, sono sempre il punto di origine mai di arrivo. Il mio obiettivo non è mai stato quello di essere una persona più organizzata, ma più profonda (con più tempo a disposizione per leggere o studiare), più attenta (alle scadenze sul lavoro, alle esigenze della famiglia e a quelle degli amici), più consapevole (dell’uso del mio tempo e delle mie energie), più sana (ricordando i controlli medici o migliorando l’alimentazione), più serena (perchè più presente), insomma…più zen!

Spero che questo viaggio fra le parole dell’organizzazione ti sia piaciuto quanto è piaciuto a me. Ma non andare via, il mio progetto continua!

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